Alcune volte uno stress nella nostra bocca viene assorbito, mentre altre si manifesta e può sfociare in una disfunzione.
Partiamo dal presupposto che ognuno di noi ha un cosiddetto atteggiamento posturale estremamente personale. L’atteggiamento è una posizione abituale che l’individuo assume, spesso per adattarsi a stimoli negativi che lo tendono allo squilibrio e che costringono ad attivare una catena muscolare più significativamente piuttosto che un’ altra. Dalla scuola Kinesiologica sappiamo che la qualità di questi disturbi è triplice e cioè corrispondono ai 3 lati del cosiddetto triangolo della salute che sono: Psiche (che comprende le emozioni), Biochimica (inteso come equilibrio o squilibrio metabolico con particolare attenzione alle intolleranza alimentari), Struttura che si riferisce al corpo in toto. Quando uno stress colpisce anche solo un lato di questo triangolo è possibile che si inneschi una reazione a catena che alla lunga può coinvolgere anche gli altri. Tornando alla domanda, quando lo stress si manifesta?
Quando uno stress viene introdotto nella bocca possono verificarsi 2 casi:
L’entità dello stress è così alta dal principio da superare immediatamente la soglia di tolleranza del paziente, si pensi ad un trauma che nessun compenso può servire a lenire l’effetto, oppure la capacità di adattamento dell’individuo diminuiscono o sono sovraccaricare e quindi non riescono più a tollerare il disturbo presente, a volte da tanti anni e rimasto latente.
E qui torniamo al discorso del triangolo della salute, perché in certi casi è sufficiente un trauma o un periodo emotivamente e/o psicologicamente significativo per poter abbassare le tolleranze di un paziente ad un determinato stress, che ad esempio può essere una capsula fatta male che il paziente ha in bocca da anni e che ha sempre tollerato, che a questo punto verrà slatentizzato e percepito come elemento di disturbo dal paziente.
Per farvi capire quanto la bocca sia un apparato complesso ed estremamente specializzato dal punto di vista neurofisiologico basti pensare che un canino è rappresentato da 5000 neuroni a livello del sistema nervoso centrale ed un recettore parodontale (il terminale neurologico posto tra dente ed osso di sostegno del dente, deputato ad inviare le informazioni al Sistema Nervoso Centrale) è sensibile a variazioni spaziali di 6/8 micron (millesimi di millimetro): il più sensibile di tutto il sistema umano.
Non solo, è anche il più veloce come conduzione nervosa: 120 metri al secondo!
Ecco spiegato perché nel video, introducendo anche un semplice cartoncino, in modo da “ammortizzare” un contatto fonte di stress, abbiamo questa sorprendente risposta sul Sistema Nervoso della paziente.